Cittadella
Segnaliamo come popolarmente la "Cittadella" sia identificata con il noto parco pubblico che sorge nel Campo Trincerato. Ciò è errato. La Cittadella vera e propria è quella popolarmente conosciuta come le casematte.
Progettista: Antonio da Sangallo il Giovane
Anni di costruzione: 1533 - 1600 circa
Governo: Stato Pontificio
Posizione nella piazzaforte di prima classe: III linea difensiva
Contesto storico
Le prime notizie storicamente accertate sulla presenza di opere di difesa sulla cima del colle Astagno riferiscono l'esistenza tra il X-XII secolo della Torre di S. Caterina, dal nome della chiesa edificata nelle vicinanze, chiamata anche della Guardia per la sua funzione di avvistamento.
Nel secolo XIV (1329), il colle è unito alla città dalla nuova cinta muraria e la porta di Capodimonte diviene l'accesso principale di Ancona (1335). La torre è trasformata in più consistente opera durante la temporanea occupazione dei Malatesta, divenendo una rocca (1348) anch'essa denominata di S. Caterina. Di questa si sa solo che costituendo la sua manutenzione un grave peso economico, venne fatta abbattere dal cardinale Andrea Bontempo, govematore della Marca, con il consenso del pontefice Gregorio XI. È però da supporre che l'opera non fosse totalmente distrutta: Lazzaro Bemabei infatti ricorda che nel 1414 esisteva ancora una torre detta appunto di S. Caterina. Nel 1519 la posizione fu, da Egidio de Pistori, circondata da fossato e due anni dopo grazie all'interessamento del Legato pontificio cardinale Bibiena venne dotata di un poderoso bastione “d'incontro alla rocca”.
La zona era troppo importante, oltre che per esigenze difensive, anche per misure di ordine intemo e la decisione di Clemente VII di realizzarvi una fortificazione permanente degna di rispetto, fu preceduta dall'ordine di erigere un bastione sulla altura del S. Spirito sommità del colle Astagno; con tale atto giustificato come necessario per la difesa dai Turchi, si dava in effetti inizio al concreto potere papale sulla città. Il progetto per la grandiosa nuova costmzione era stato affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane, il quale dovette ricorrere a tutta la sua ben nota capacità tecnica per adattare all'irregolarità del terreno un'opera che doveva unire alle molteplici esigenze politico-militari anche gli accorgimenti richiesti dal continuo evolversi delle artiglierie. Il 9 settembre 1532 la città fu occupata militarmente dal cardinale di Ravenna Accolti. I lavori di sbancamento furono portati avanti a ritmo serrato e dopo la posa della prima pietra avvenuta il 29 maggio 1533, furono poste le basi di una struttura a fronti bastionati impiegando circa 1.200 operai locali e fiorentini. Per dare spazio alla costruzione ed ai successivi ampliamenti disposti prima dallo stesso Clemente VII e poi da Paolo III, nel 1543 sotto la guida dell'architetto Battista Peloro senese si procedette alla demolizione di una chiesa e di due conventi oltre a cinquanta case.
La fortezza seguitò ad essere aggiomata all'evolversi delle tecnologie belliche e vi lavorarono valenti architetti: dopo il progettista Antonio da Sangallo, suo fratello Michele, il già citato Battista Peloro da Siena, Francesco Paciotto da Urbino, Pellegrino Pellegrini detto il Tibaldi da Bologna, Francesco Jacopo Fontana di Ancona ed altri. Nel 1600 l'opera poteva dirsi compiuta e dall'alto del colle a quota di circa 100 metri sul mare dominava la circostante campagna, la città ed il porto, appoggiando con il suo aspetto minaccioso una presenza militare sempre vigile. Nel suo
intemo una armeria fomitissima ed una fonderia per cannoni e bombarde assicuravano l'armamento necessario.
Nel 1799, con l'arrivo delle truppe francesi in città, il gen. Monnier affidò la difesa della fortezza al Gazan, valorosissimo ufficiale mutilato nelle campagne napoleoniche, caduto durante l'assedio e la Cittadella, pur mostrando le sue manchevolezze specie dopo la conquista del Montagnolo da parte degli eserciti alleati con il governo pontificio, poté resistere decisamente nei tre mesi d'assedio. Gli austriaci, dopo la resa, ne iniziarono la demolizione, poi sospesa. Successivamente, i francesi e il Regno Italico Napoleonico effettuarono varie migliorie.
Nel 1814, le truppe napoletane di Gioacchino Murat dopo un breve ma intenso duello di artiglieria si impossessarono della Cittadella, ma a seguito della battaglia di Tolentino sfavorevole al Re di Napoli, il 31 maggio 1815 gli Austriaci quasi senza combattere rioccupavano la fortezza.
Nel 1849 per 25 giorni la Cittadella sottoposta a intenso fuoco continuato austriaco resistette con tenacia. Alla fine, quando molti suoi cannoni erano saltati in aria, le munizioni pressoché esaurite, i fabbricati distrutti, la metà degli uomini morti o feriti, la guamigione comandata dal ten. col. Giulio Espero era costretta a cedere con l'onore delle armi.
Nel 1860 si rifugiò nella Cittadella, in un vano tentativo di resistenza, il gen. Lamoriciere che allorquando lo scoppio della Lantema decretò il passaggio di Ancona al nascendo Regno d'Italia, chiese la resa.
Nel progetto della Piazzaforte di prima classe, la Cittadella perde la sua funzione di fortezza isolata e viene inglobata nella Cinta. Sono infatti armati solo tre dei suoi bastioni, quelli rivolti verso terra.
Descrizione
La imponente costruzione restaurata nel periodo post-unitario dai danni subiti si presenta con tracciato non simmetrico, costituito da 5 fronti bastionati formanti un'opera chiusa assai irregolare.
Lo sviluppo complessivo dell'opera è di circa m. 585.
I bastioni hanno cambiato nome nella lunga vita della Fortezza per vari eventi. A partire dall'ingresso e procedendo in senso orario si incontrano successivamente:
1) Bastione della Campana, detto poi della Guardia;
2) Bastione del Barberino, poi S. Andrea;
3) Bastione del Giardino;
4) Bastione del Cavaliere a Basso, dopo il 1839 denominato Gregoriano dal nome del papa Gregorio XVI che lo fece ricostruire dalle fondamenta, dopo l'abbattimento ordinato dal gen. austriaco Geppert nel 1815;
6) Bastione della Beltresca, poi della Campana.
In alcune planimetrie del Genio Militare sono segnati anche i nomi di Bastione della Tenaglia tra il S. Andrea e la Guardia, di Bastione della Forbice tra la Guardia ed il Campana ed infine in qualche pubblicazione è inserito nell'elenco dei Bastioni il Cavaliere ad Alto che sovrasta il fronte ovest ed ha forma curvilinea.
Non vi sono fossati, ma l'ingresso avviene tramite un ponte levatoio essendo sopraelevato dal terreno Questa entrata è incuneata nella forbice tra il Bastione della Campana e quello della Guardia. Si sale con una lunga scalinata recentemente restaurata al piazzale intemo incontrando all'inizio sulla destra un magazzino casamattato per materiale d'artiglieria munito di una cannoniera a protezione dell'ingresso.
Nei pressi della Tenaglia trovasi il passaggio per scendere ai sotterranei del fronte a nord. Vi si trovano qui infatti locali per munizionamento e caricamento proietti, i pozzi di acqua sorgiva per il rifornimento idrico ed il passaggio alle gallerie di contromina che corrono lungo il perimetro del fronte fino al Bastione della Campana compreso.
Dal Bastione del Gregoriano si scende alle gallerie di scarpa del fronte a sud che si prolungano fino al Bastione del Giardino, dal cui fianco nord sbocca all'estemo una poterna. Infine nei fianchi dei bastioni dei fronti a nord e ad ovest esistono complessivamente n. 9 casematte per il fiancheggiamento delle cortine.
Le comunicazioni sotterranee esistenti sono in buonissimo stato: esse non hanno però larghezza sufficiente da consentire il passaggio dei carri. La stessa limitazione ha anche il collegamento sotterraneo tra la Cittadella ed il Campo Trincerato, quindi il trasporto delle artiglierie e di tutto il materiale deve essere effettuato mediante l'argano situato sul parapetto sovrastante il predetto collegamento.
Nell'intemo della Cittadella non esistono ricoveri propriamente detti, ma ci sono parecchi fabbricati molto alti quasi a ridosso dei fronti. Nessuno di questi edifici è alla prova; il cosiddetto “maschio” ha il piano terreno coperto con volta, ma lo spessore di essa non ne garantisce la resistenza all'urto degli attuali proiettili.
L'edificio adiacente al Bastione del Giardino si eleva per ben quattro piani di cui uno interrato. Comprende magazzini per materiale d'artiglieria, l'armeria e sovrastante, all'ultimo piano, un unico vasto locale di circa 400 mq. destinato a sala d'armi arredato con una stupenda incastellatura in legno per complessivi 25.000 fucili. Tale impianto fu realizzato dalla ditta Tarelli Giuseppe a seguito di gara d'appalto svoltasi il 1 marzo 1863, con una spesa di £. 9.500 al lordo del ribasso del 3,56%. Quasi parallela, all'altezza del bastione della Guardia trovasi la caserma collegata all'edificio precedente con un corpo ad un piano molto stretto coperto da una lunga scalinata dalla cui metà si accede al cammino di ronda che porta al maschio e in sommità alla sala d'armi. La caserma a tre piani di cui uno seminterrato, è affiancata da una costruzione destinata al Comando ed all'alloggio del Comandante.
Fortezza. In questi fabbricati vi sono complessivamente 10 magazzini per materiale d'artiglieria per mq. 800 circa, il laboratorio armaioli, alcuni alloggi per lavoranti d'artiglieria, servizi, corpo di guardia. Nelle vicinanze dei fronti armati esistono numerose riservette.
L'opera come già precisato è utilizzata come elemento della Cinta quindi armata solo parzialmente. La quota della linea di fuoco per il tratto interessato varia da m. 97,80 a m. 108,34.
Come arrivare
Dal centro, salire fino in cima a via Cialdini. Vi ritroverete quindi in piazza Sangallo, in prossimità di dove sorgeva la antica porta Capodimonte. Da questa piazzetta, in corrispondenza delle strisce pedonali, una scaletta sulla sinistra conduce ad un sentiero in salita che, fiancheggiando l'ingresso del tunnel di contromina (difficilmente riconoscibile), conduce direttamente all'ingresso della Cittadella.
Indirizzo per navigatore: è possibile parcheggiare nel largo Casanova, in corrispondenza via Raffaello Sanzio 72.
Coordinate GPS: 43.613835, 13.507045
Bus: 7, 8, 11
Cosa è possibile visitare
La Cittadella versa in pessimo stato di conservazione e in avanzato stato di degrado. Per questo, è quasi interamente chiusa al pubblico. Tuttavia, una minima parte è stata recenemtente restaurata per ospitare, nell'edificio che ospitava il corpo di guardia, il segretariato generale dell'Iniziativa Adriatico-Ionica. Sono stati restaurati e liberamente accessibili in orari da ufficio: il bastione della Guardia, il portone d'ingresso, l'argano in legno per sollevare il ponte levatoio, androne verso il piazzale, magazzino per artiglieria con cannoniera che si apre sulla destra dell'androne, piazzale con piazzole per artiglieria, edificio del corpo di guardia (interni restaurati ma non ufficialmente visitabili). Dal piazzale si gode inoltre di un impareggiabile panorama sulla città.
Armamento
Il bastione del Giardino è armato con tre cannoni da 16 GR in barbetta di cui il n. 1 oltre ad incrociare i fuochi col Cardeto, batte monte Pulito ed il versante ovest di monte Pelago, i nn. 2 e 3 oltre a quest'ultirno obiettivo sono puntati su Tavemelle, Torre d'Ago, lo sbocco del tunnel ferroviario e su Forte Umberto.
Il bastione Gregoriano ha un pezzo da 7 BR Ret. (n. 4) in casamatta per il fiancheggiamento e due cannoni da 16 GR (nn. 5 e 6) in barbetta diretti su forte Scrima e Montagnolo Chiesa, Posatora e le Grazie, mentre un altro cannone, da 16 GR (n. 7) in cannoniera batte la strada di Senigallia oltre Torrette.
Infine il bastione della Campana ha un cannone da 7 BR Ret (n 8) per il fiancheggiamento.
Munizioni
- 372 granate, 18 shrapnels e 10 colpi a mitraglia per ogni cannone da 16 GR
- 2oo granate, 190 shrapnels e 10 colpi a mitraglia per ogni cannone da 7 BR Ret.
Gallerie fotografiche
In volo sulla Cittadella (la Rocca dall'alto)
Cosa è possibile visitare oggi
Interni della Cittadella, visita FAI del 2006
Cunicoli e ipogei
Foto storiche della Cittadella